Chi era Pietro Linari?

Chi era Pietro Linari? Perché la corsa qui a Borgo a Buggiano, è intestata a lui?

È capitato spesso di sentirsi fare queste domande. La curiosità è condivisibile, dopo tutto Pietro Linari, ciclista professionista che ha corso dal 1921 al 1936, non ha un legame “di sangue” con Borgo a Buggiano e nemmeno con la Valdinievole. Allora, perché?

Pietro Linari: l’uomo

Pietro Linari nacque a Firenze, a Rifredi, il 15 ottobre del 1896 e morì, sempre a Rifredi, il 1° gennaio 1972. Fisicamente era alto e robusto, con delle belle spalle larghe, cosa che in apparenza cozzava con il soprannome “Pietrino” con il quale era conosciuto. Si caratterizzava per essere un vero personaggio, uno di quelli che avrebbe trovato il modo di far parlare molto di sé anche ai giorni nostri. Coraggioso, simpatico e cordiale, sapeva farsi rispettare. Ne sanno qualcosa i fratelli Pelissier (Henri, Francis e Charles), stelle del ciclismo francese del tempo, che avevano il brutto vizio di pretendere concessioni con una buona dose di arroganza, soprattutto nelle gare di casa. Un tipo di atteggiamento che non andava molto a genio a Pietrino, che una volta prese letteralmente per il petto Francis Pelissier e lo attaccò all’impalcatura del palchetto dei giudici, convincendo il ciclista francese a cambiare modo di fare (almeno) per quella corsa.

Pietro era anche un uomo di cultura, frequentatore dei locali letterari più conosciuti di Firenze come le Giubbe Rosse e il Caffè Paszkowski. Il tutto senza imborghesirsi più di tanto e continuando a frequentare gli amici di sempre ai quali amava raccontare dei suoi grandi viaggi.

Pietro Linari: il ciclista.

Pietro Linari è stato un velocista di grande livello. La sua prima attività nel ciclismo è però, su pista. Nel 1921, a 25 anni, inizia a correre su strada classificandosi 23° (su 30 arrivati e 55 partenti) al Giro di Lombardia, una corsa da sempre mal digerita dai velocisti. Ottiene subito le attenzioni della Legnano, squadra professionistica, che lo ingaggia nel 1922.

La Legnano, per chi non lo sapesse, era al tempo una realtà emergente, destinata a diventare una delle squadre più vincenti della storia del ciclismo. Nel 1921 Giovanni Brunero vinse il Giro d’Italia. Successivamente, il numero di trionfi si moltiplicheranno grazie a nomi del calibro di Alfredo Binda (1925), Gino Bartali (1936), Fausto Coppi (1939), Ercole Baldini (1957). Complessivamente, dal 1907 al 1966, anno in cui la squadra cessò di esistere, la Legnano conquistò 7 Campionati del Mondo di ciclismo su strada, 15 Campionati Italiani di ciclismo su strada, 16 Giri d’Italia, 2 Tour de France, 10 Milano-Sanremo, 10 Giri del Piemonte e 14 Giri di Lombardia, aggiudicandosi, tra l’altro, 133 tappe al Giro d’Italia.

A questi numeri ha contribuito anche Linari. Le vittorie arrivarono già il primo anno. La più importante fu quella della 6° tappa del Giro d’Italia 1922 con partenza da Napoli e arrivo a Roma che gli consentì di diventare il primo toscano a vincere una tappa della Corsa Rosa, in anni in cui a dominare erano i ciclisti del Nord Italia, come Costante Girardengo, Giovanni Brunero e Gaetano Belloni (senza parlare di Alfredo Binda). Partecipò anche alla Milano-Sanremo, chiudendo ottavo.

Nel 1923 vinse la Milano-Modena, ma il risultato veramente sorprendente fu quello al Giro di Lombardia, considerata una Classica Monumento. Quell’edizione non lasciò respiro sin dalle battute iniziali, con la pioggia fitta a dare ancora più pathos alla gara, negli anni del “ciclismo eroico” prima della Seconda Guerra Mondiale. Tantissimi attacchi da parte degli atleti, tantissime forature che a ripetizione presero un po’ tutti (Girardengo particolarmente sfortunato subì addirittura ben tre stop forzati). Quel giorno, Pietro era in forma, come testimonia il passaggio al secondo posto sulla salita del Ghisallo, a solo un minuto da Bottecchia e con un buon vantaggio su un gruppetto di cui facevano parte Girardengo e Brunero. Nella successiva discesa, anche Linari forò, ma il ritmo davanti rallentò e questo gli permise di rientrare.

La corsa si decise sulla salita inedita del Marchirolo, con l’attacco di Bottecchia e Brunero. Quest’ultimo riuscì a staccare il compagno di fuga e a vincere dopo ben 63 chilometri di fuga solitaria. Per la lotta al secondo posto, Bottecchia, attardato da una foratura e ormai stremato dai continui attacchi che aveva portato, finì per essere ripreso dal gruppetto di cui faceva parte anche Pietro Linari, il quale riuscì a vincere la volata e a conquistare un incredibile secondo posto al Giro di Lombardia, ad oltre 18 minuti dal primo. A testimonianza della durezza della corsa, vale sottolineare che Girardengo non concluse la gara, ritirandosi quando ormai aveva capito che non aveva possibilità di giocarsi la vittoria e suscitando grande stupore nell’ambiente perché aveva vinto tre delle precedenti quattro edizioni.

Pietro Linari vince la Milano-Sanremo

Nel 1924 ancora da corridore della Legnano, arrivò il suo successo più importante. Per la prima volta da quando fu istituita, fu la Milano-Sanremo la prima classica internazionale della stagione; ruolo che mantiene ancora oggi. Gli iscritti a quella edizione furono 136 dei quali il favorito era il trentunenne Costante Girardengo, Campione d’Italia per l’undicesimo anno consecutivo e che aveva già vinto la corsa tre volte, tra cui l’ultima (per la cronaca, Girardengo vincerà altre tre edizioni con un totale di sei, un record che verrà battuto solamente da Merckx con la settima vittoria nel 1976). Partecipavano anche Gaetano Belloni, che veniva da un periodo non troppo positivo, ma che comunque al tempo vantava un Giro d’Italia, due Milano-Sanremo e due Giri di Lombardia e anche Libero Ferrario, Campione del Mondo dilettanti in carica. Anche Alfredo Binda avrebbe dovuto prendere parte alla corsa per la prima volta, ma preferì gareggiare in Francia.

La corsa non ebbe sussulti particolari. Il Passo del Turchino deluse i tifosi accorsi a vedere la gara: nessuno tentò di attaccare e si formò una lunga fila indiana, comandata da Arduino, seguito da Costante Girardengo e al terzo posto Pietro Linari. In discesa stessa storia con il gruppo di testa composto da una ventina di ciclisti, tra cui, oltre ai corridori già citati, Bottecchia (che quell’anno vincerà il primo dei suoi due Tour de France), Brunero (tre Giri d’Italia, una Milano-Sanremo e due Giri di Lombardia), il lussemburghese futuro vincitore di due Tour de France, Nicolas Frantz e il trantaseienne Alfonso Calzolari, vincitore del Giro del 1914.

Grazie al ritmo molto lento tenuto dal gruppo di testa e in parte causato del grande vento che proveniva dal mare, rientrarono anche altri atleti che sul Turchino si erano staccati, come Belloni. La corsa iniziò a vivacizzarsi sul Berta, dove al GPM transitarono in nove: Girardengo, primo e poi a seguire Bottecchia, Frantz, Trentarossi, Arduino, Aimo, Linari, Bestetti, Bellon. Successivamente, però, saltano gli accordi per continuare l’azione favorendo, di fatto, il rientro di altri ciclisti. Si forma così un gruppo di 24 corridori e saranno proprio questi a giocarsi la vittoria finale. È la prima “volatona” della storia della Milano-Sanremo composta da più di 20 ciclisti, tra cui anche atleti non particolarmente conosciuti.

Questo particolare oltre allo svolgimento non molto frizzante della corsa, deluse un po’ gli appassionati: che la Milano-Sanremo stesse diventando troppo semplice e troppo adatta alle caratteristiche dei velocisti? Ti racconto l’arrivo, immagina: in testa al gruppo ad un chilometro dall’arrivo c’è Brunero, che tira la volata per i suoi compagni Belloni e Linari. Quando mancano 400 metri passa in testa Bestetti, che invece lavora per Girardengo. Girardengo diventa primo ai meno 100 metri e sembra in grado di vincere, ma ecco che sfrecciano all’improvviso sia Belloni che Pietro Linari. Con un’incredibile volata, mostrando tutto il suo talento, esplosività e velocità, Linari batte di pochissimi centimetri sia Belloni, secondo, che Girardengo, terzo.

Pietro Linari vince la Milano-Sanremo del 16 marzo 1924!
È il primo toscano a vincere la Milano-Sanremo, il primo a vincere una Classica Monumento.

Se poi sapessimo che durante la corsa, Pietrino ha accusato tutta una serie di dolori molto forti alle gambe che lo stavano portando a pensare al ritiro e che furono gli incitamenti di Alfredo Sivocci che lo convinsero a resistere e proseguire, probabilmente diremmo che l’impresa è stata anche eroica!

Pietro Linari vince il Giro dell’Emilia

Sempre nel 1924, Linari vinse anche il Giro dell’Emilia confermando le cose buone mostrate al Giro di Lombardia dove chiuse terzo a più di 7 minuti da Brunero e facendo una volata a tre per il secondo posto, vinta da Costante Girardengo. In questa, che fu la sua ultima partecipazione, ebbe la soddisfazione di battere Alfredo Binda, quarto.

Pietro Linari nell’ultima parte della carriera

Nel 1925 partecipò alla Milano-Sanremo per tentare di confermare la vittoria dell’anno precedente. Ma questa edizione fu meno fortunata e caratterizzata da un episodio alquanto particolare. Arrivato al controllo di Arenzano insieme a Girardengo e Brunero, Linari si soffermò troppo tempo a cercare un giurato a cui consegnare, come da regolamento, il mozzo di una ruota rotta che aveva precedentemente cambiato. Girardengo notò la cosa e sfruttò l’occasione per disfarsi di un importante rivale per la vittoria, portandosi dietro anche Brunero. Costante Girardengo vinse in volata contro Giovanni Brunero. Linari arrivò terzo a 15 minuti di ritardo. Questa fu la sua ultima partecipazione alla Classica di Primavera.

Sempre nel 1925 partecipò per la prima e unica volta alla Parigi-Roubaix. Perse la volata per la vittoria, chiudendo quarto, dietro al belga Felix Serrier, all’italiano Pietro Bestetti e al belga Jules Van Hevel. Fu un’edizione massacrante e drammatica, che lo portarono a dichiarare che “mai un corridore toscano sarebbe riuscito a vincere quella corsa”. In effetti, la maledizione funzionò per diversi anni. Il vaianese Fiorenzo Magni, nonostante le tre vittorie consecutive al Giro delle Fiandre che gli valsero il soprannome di Leone delle Fiandre, non riuscì mai a vincerlo, “solo” un terzo posto come miglior risultato. Gino Bartali non partecipò mai. Il primo ciclista toscano capace di rompere l’incantesimo fu il compianto Franco Ballerini nel 1995, ben 70 anni dopo la partecipazione di Pietro Linari. Riuscì poi a ripetersi nel 1998, seguito da Andrea Tafi nel 1999.

Nel 1925, comunque, Pietro Linari vinse la prima tappa del Giro d’Italia, diventando quindi leader della classifica generale fino alla vittoria di Costante Girardengo. Curiosità: la “maglia rosa” fu istituita solo nel 1931, quindi Linari non poté mai indossarla.

Rimase alla Legnano fino al 1926, passando poi alla Diamant, squadra tedesca per la quale vinse due corse. Nell’ultima parte tornò a correre come individuale, firmò poi per la Dei e tornò, stavolta definitivamente, un ciclista indipendente fino al termine della carriera nel 1936, a 40 anni.

Pietro Linari in pista.

Pietrino seppe distinguersi anche nel suo primo vero grande amore, ovvero la pista, che mai abbandonò anche mentre correva su strada e continuando a pedalare fino alla soglia dei 40 anni. Da ricordare quindi che è stato Campione Italiano di velocità nel 1929 e che vinse anche delle Sei Giorni, come quella di New York nel 1926, di Milano nel 1928 in coppia con Costante Girardengo, di Stoccarda nel 1929 e di Parigi nel 1931 in coppia con Alfredo Dinale. Inoltre, riuscì a stabilire primati del mondo nei 500 metri e nel chilometro.

Pietro Linari ha vinto meno di altri corridori del suo tempo, come Girardengo, Binda o Guerra, ma è indubbio che per le emozioni che ha suscitato fra gli appassionati, ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo del ciclismo in Toscana. Finì la carriera con un totale, fra strada e pista, di 24 vittorie tra i professionisti oltre a numerosi piazzamenti di rilievo.

Torniamo allora alla domanda iniziale. Perché Pietro Linari? È indubbio che la vittoria alla Milano-Sanremo suscitò grande entusiasmo in Toscana. La passione per questo ciclista e le sue vittorie, con il suo modo di fare, di essere e di correre, contagiò tutti gli appassionati di Borgo a Buggiano, che in suo onore fondarono il Club Sportivo Pietro Linari. E fu proprio per celebrare la grande vittoria del 1924 che istituirono l’anno successivo la primissima edizione della Coppa Pietro Linari, quella vinta da Ettore Meini.

Fonti sul web: Museociclismo.it | Quibicisport.it | Wikipedia.it

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